Il 16 marzo 2023 una lavoratrice ha presentato ricorso al Tribunale contro la società sua datrice di lavoro, contestando l’illegittimità del licenziamento subito e richiedendo il riconoscimento della natura subordinata del rapporto di lavoro. La sentenza ha accertato l’illegittimità del licenziamento e la necessità di reintegrare la lavoratrice, stabilendo anche il risarcimento del danno subito.
Svolgimento dei Fatti
La lavoratrice ha iniziato la sua attività alle dipendenze della società convenuta il 10 giugno 2021. Tuttavia, ha sostenuto che il rapporto di lavoro ha assunto carattere subordinato a partire dal 2022, con la società che ha imposto nuovi turni di lavoro e ha esercitato un controllo significativo sull’organizzazione delle prestazioni lavorative. La dipendente ha inoltre lamentato che il licenziamento fosse illegittimo e ritorsivo, avvenuto a seguito di sue richieste di chiarimenti e rivendicazioni economiche.
La Decisione del Giudice
1. Natura del rapporto di lavoro:
Il Giudice ha rilevato che, sebbene inizialmente il rapporto di lavoro fosse di natura autonoma, a partire da agosto 2022 la società ha iniziato a imporre i turni di lavoro e a organizzare le modalità di esecuzione delle prestazioni lavorative, caratterizzando così un rapporto di lavoro subordinato ai sensi dell’art. 2 del D.Lgs. n. 81 del 2015. La testimonianza fornita ha confermato che la società ha imposto un roaster fisso, articolato in 20 giorni di lavoro e 10 giorni di riposo.
2. Nullità del licenziamento:
Il Tribunale ha ritenuto che il licenziamento fosse motivato unicamente dalle rivendicazioni della lavoratrice riguardo al nuovo trattamento normativo ed economico. Non avendo la società fornito alcuna motivazione adeguata o prova a sostegno della legittimità del licenziamento, quest’ultimo è stato dichiarato nullo.
3. Conseguenze della declaratoria di nullità:
In applicazione dell’art. 2, 1° comma, del D.Lgs. 23 del 2015, il Tribunale ha ordinato la reintegrazione della lavoratrice nel suo posto di lavoro. Inoltre, la società è stata condannata al pagamento di un’indennità risarcitoria commisurata all’ultima retribuzione, dal giorno del licenziamento fino alla reintegrazione effettiva, e al versamento dei contributi previdenziali ed assistenziali per lo stesso periodo.
Commento e Analisi
La sentenza del Tribunale rappresenta un importante precedente nel riconoscimento della natura subordinata di rapporti di lavoro inizialmente considerati autonomi. La decisione sottolinea l’importanza di valutare le modalità organizzative e il controllo esercitato dal datore di lavoro, elementi determinanti per la qualificazione del rapporto di lavoro subordinato. Inoltre, ribadisce la tutela dei lavoratori contro licenziamenti ritorsivi e privi di giustificazione, garantendo loro una protezione adeguata e il diritto alla reintegrazione e al risarcimento del danno subito.