Il Tribunale del Lavoro di Tivoli ha recentemente emesso una sentenza riguardante il caso di alcuni lavoratori che avevano contestato il loro trasferimento e successivo licenziamento da parte di una società di logistica. Di seguito, analizziamo le ragioni della decisione e le implicazioni legali di questo verdetto.
Contesto del caso
I lavoratori, tramite un ricorso depositato l’11 settembre 2023, hanno contestato vari provvedimenti aziendali, tra cui i trasferimenti a Monterotondo e Bologna, nonché il loro licenziamento avvenuto il 7 agosto 2023. I ricorrenti hanno richiesto la nullità di questi provvedimenti, la reintegrazione nel loro precedente posto di lavoro e un’indennità risarcitoria.
Motivazioni della sentenza
Il Tribunale ha analizzato dettagliatamente le prove presentate, incluse testimonianze e documenti, giungendo alla conclusione che i trasferimenti operati dall’azienda erano privi di valide ragioni tecniche, organizzative e produttive. In particolare, è emerso che:
- Mancanza di prove convincenti: L’azienda non è riuscita a dimostrare un calo significativo delle lavorazioni presso la sede di Pomezia, che avrebbe giustificato i trasferimenti.
- Carenza di buona fede e correttezza: Le testimonianze hanno rivelato che i trasferimenti erano stati comunicati con pochissimo preavviso e che i lavoratori avevano manifestato immediatamente l’impossibilità di recarsi nelle nuove sedi, offrendo però la loro disponibilità a lavorare in sedi più vicine.
- Discriminazione sindacale: È stato evidenziato un comportamento aziendale ritorsivo nei confronti dei lavoratori iscritti al sindacato, che includeva la negazione di ferie e permessi, nonché ripetuti trasferimenti in sedi con condizioni lavorative peggiori.
Conseguenze della sentenza
Alla luce di queste considerazioni, il Tribunale ha dichiarato l’illegittimità dei trasferimenti e del successivo licenziamento dei lavoratori. Di seguito le decisioni principali:
- Reintegrazione dei lavoratori: La società è stata condannata a reintegrare i ricorrenti nelle loro precedenti posizioni di lavoro.
- Indennità risarcitoria: La società dovrà pagare ai lavoratori un’indennità risarcitoria pari a 12 mensilità, calcolata sulla base dell’ultima retribuzione di riferimento, oltre agli accessori di legge e ai contributi previdenziali e assistenziali.
Considerazioni Finali
Questa sentenza sottolinea l’importanza di rispettare i principi di buona fede e correttezza nelle relazioni di lavoro e di fornire prove concrete a supporto delle decisioni aziendali.